Si torna a parlare di un giro di vite agli accordi di Schengen. Dopo il vertice di Parigi di ieri, quando i ministri di nove Paesi Ue hanno chiesto maggiore sicurezza anche sui treni e più vigilanza ai confini, il Regno unito sostiene che il principio di libera circolazione all’interno dell’Unione europea va inteso solo come "libertà di movimento verso il lavoro" e non per cercare un’occupazione o i benefici del welfare offerti dai vari Paesi. A rimodulare uno dei cardini della Ue è il ministro dell’Interno britannico Theresa May, che in un intervento sul Sunday Times sostiene che così si tornerebbe al "principio originale" sancito dall’Unione. In questo modo, quindi, ad attraversare le frontiere interne dell'Europa sarebbe solo chi ha già un contratto di lavoro, non disoccupati e disperati. Del resto, secondo la May, proprio il "sistema europeo di assenza di frontiere" avrebbe esacerbato l'emergenza immigrazione.
L’intervento del ministro britannico giunge a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione delle statistiche ufficiali che indicano un forte aumento di immigrati in Gran Bretagna, con 330mila presenze in più fatte registrare tra il marzo 2014 e il marzo 2015, a dispetto delle promesse fatte dal governo conservatore di David Cameron, che si era impegnato a mantenere gli ingressi entro le 100mila unità nell’arco di 12 mesi. Proprio l’arrivo di cittadini dai Paesi Ue, sostiene la May, ha impedito al governo di mantenere i propri impegni in tema di immigrazione, poiché Londra non può impedire l’ingresso sul proprio territorio di cittadini comunitari. L’immigrazione in ambito europeo è uno dei punti che Cameron si è impegnato a discutere con Bruxelles, in vista del referendum sulla permanenza del Regno Unito nella Ue.
Il tema dell'immigrazione è comunque sul tavolo anche degli altri Paesi. Oltre alla Gran Bretagna, infatti, anche Francia e Germania hanno chiesto una riunione urgente dell’Ue. Nella dichiarazione comune pubblicata sul sito del ministero dell’interno francese, i tre governi sottolineano la necessità di "misure immediate", e premono ancora una volta per l’allestimento di cosiddetti "hot spot" in Grecia e in Italia per registrare i migranti e identificare i richiedenti asilo. I tre governi chiedono inoltre che venga stilata una lista dei "paesi d’origine sicuri" per completare il regime di asilo comune, proteggere i rifugiati e garantire il ritorno effettivo degli immigrati illegali nei paesi di provenienza. Per queste ragioni i tre ministri chiedono alla presidenza di turno lussemburghese dell’Ue di convocare un primo Consiglio Interni e Giustizia (JAI) entro due settimane "per preparare efficacemente le decisioni" della riunione dell’8 ottobre e "avanzare concretamente sui differenti punti".
1 commenti:
Rendiamoci conto che i flussi di immigrati rappresentano un'arma.
Nelle mani di chi è facile da capire.
Alcuni parlano, giustamente, di "bombe umane" scagliate contro l'Europa.
Ciò che si vuole cambiare, con rapidità, violenza e assenza di scrupoli è la composizione della popolazione europea - da un punto di vista culturale e razziale - iniettando miseria, disperazione, assenza di consapevolezza politica e sociale, sconvolgendo ancor di più il vecchio ordine sociale.
Il mercato del lavoro, fra l'altro, dopo questi attacchi sarà molto più "flessibile" ...
E le pensioni, chi le pagherà? Gli infami del piddì sostengono, reggendo il sacco ai loro padroni, che le pagheranno questi immigrati, in arrivo a centinaia di migliaia ...
In Medio Oriente ci pensa lo stato islamico a cambiare le popolazioni, così in Libia, spingendo profughi con brutalità verso l'Europa e l'Italia.
L'infame stato islamico fa parte del gioco, per questo gli usa e i loto alleati sunniti lo bombardano col contagocce, attenti a non fargli danni irreparabili.
L'imperativo neocapitalistico è cambiare le popolazioni, secondo un progetto criminal-demiurgico che prevede neoplebi in luogo di cittadini, entità territoriali con poca sovranità in luogo di nazioni, schiavi in luogo di lavoratori con diritti, eccetera.
Questa, in breve, è la mia visione.
Cari saluti
Eugenio Orso
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