Si abbassa drasticamente il livello dello scontro tra governo e sindaci, impennatosi all'improvviso all’indomani della pubblicazione della bozza della legge di Stabilità. In questo senso ha giocato un ruolo decisivo la XXXI assemblea nazionale dell’Anci, in corso a Milano, che in qualche modo ha obbligato a un confronto serrato tra le parti. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, ha dato il timing della "local tax", capitolo caro ai sindaci per aver mano libera e tassare indisturbatamente i cittadini. "La local tax - ha spiegato Delrio - rispetterà i tempi dell'approvazione della legge di stabilità. Sarà una grandissima rivoluzione perché la separazione fiscale è alla base del federalismo". In realtà, sebbene venga spacciata per un alleggerimento della spesa statale, il governo toglierà il tetto alle aliquote consentendo ai sindaci di fare cassa con le gabelle locali.
Delrio ha spiegato che il governo sta lavorando per la messa a punto della nuova tassa locale: "La cosa importante è che vi sia autonomia fiscale dei comuni completa". "Oggi i comuni - ha ricordato ancora Delrio facendo un’istantanea del fisco locale - hanno pezzi di Irpef, e l’Imu con un pezzo allo Stato. Quando avevo un altro ruolo chiedevo sempre responsabilità fiscale, e questo perchè se imponi delle tasse a un cittadino questo deve sapere poi di chi deve chiedere se mancano i servizi". Secondo il sottosegretario, quindi, "serve una separazione delle aliquote in cui i comuni hanno un solo pilastro fiscale e lo Stato ne ha un altro. Io credo che sia molto importante - ha confidato - il tema di restituire la categoria D dell’Imu ai Comuni e l’Irpef allo Stato, così - ha ribadito chiudendo - ognuno saprà a chi dare la colpa se le tasse sono troppo alte". Quasi soddisfatto anche il leader dei Sindaci Piero Fassino: "Da Renzi abbiamo ricevuto risposte importanti perché ha confermato le aperture agli emendamenti alla legge di stabilità che abbiamo concordato con il governo e ha ribadito la volontà di mantenere aperto il dialogo anche su altri capitoli della legge". E poi, soprattutto, "risposte positive sono arrivate anche sulla local tax".
Ma cosa cambierà per i contribuenti? Il taglio della spesa pubblica centrale si tradurrà in un aumento della pressione fiscale locale. Il governo darà, infatti, piena libertà agli amministratori comunali di fissare le aliquote senza che lo Stato ponga alcun limite. Secondo un recente calcolo della Cgia di Mestre, se dovesse unire Imu e Tasi che valgono 18 miliardi di euro, la Tari che si aggira intorno ai 7,3 miliardi, l'imposta sulla pubblicità (426 milioni), la tassa sull'occupazione di spazi e aree pubblici (218 milioni), l'imposta di soggiorno (105 milioni) e l'imposta di scopo (14 milioni), la "local tax" peserà oltre 31 miliardi. Ma come sempre c'è un "ma". Perché la maxi gabella non centerrà tutte le tasse locali. La Tari, per esempio, resterà fuori dal momento che viene calcolata sulla base dei metriquadri e dei componenti famigliari. Per il resto tutto dentro. Senza limiti. In questo modo il governo lascia andare il giunzaglio rendendo i primi cittadini liberi di tassare quanto vogliono.
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