giovedì 19 gennaio 2012

Sulla tragedia della Concordia


Vada a bordo,caz... L’ordine dato via telefono al riluttante capitano Schettino dall’ufficiale della Capitaneria di porto di Livorno è subito diventato un cult. Stampata su magliette, parafrasata in internet su migliaia di blog, la frase ha fatto il giro del mondo. È come se la tragedia già stesse scivolando in farsa. Lo provano anche le risate e gli applausi raccolti in studio dal comico Crozza l’altra sera a Ballarò . Battute di cattivo gusto che hanno dato la stura alla polemica che ancora mancava nel Paese dei parolai. O meglio, la mamma di tutte le polemiche, perché ovviamente non è che Silvio Berlusconi potesse essere tenuto fuori da questa vicenda. Secondo la solita compagnia di giro, Schettino sarebbe l’emblema dell’Italia berlusconiana. Ora, all’ex premier si possono rimproverare diverse cose, ma se c’è uno che si è immerso personalmente e fisicamente nei dolori e nei drammi degli italiani, questi è proprio Silvio Berlusconi. Da Onna all’Aquila, fino a Lampedusa, Berlusconi è sempre salito sulle navi in difficoltà ed è sceso soltanto quando anche l’ultimo dei passeggeri era stato messo al sicuro. E ancora oggi, che non è più al comando, il Pdl è rimasto sulla plancia di questa Italia incrinata.

Così fanno i comandanti veri, così non fanno invece banchieri e professori. Perché se c’è una cosa che stride in questa vicenda è la totale assenza, fisica e mediatica, del premier Monti e del ministro dei Trasporti Passera. Capisco che chi è abituato ai salotti vellutati di congressi e seminari possa avere difficoltà a muoversi tra gommoni e soccorritori sporchi di fatica e fradici di sudore. Capisco che indossare stivaloni e giubbotti non griffati sia poco chic, che i loden si possano sporcare, ma forse noi italiani meritavamo di essere rappresentati tra i soccorritori e i parenti delle vittime al massimo livello. E invece niente. Neppure il presidente Napolitano si è scomodato. E dire che solo pochi giorni fa lo aveva fatto per portare il suo conforto alla cittadina cinese coinvolta a Roma in una sparatoria che si è poi dimostrata essere un regolamento di conti tra bande criminali. I cinesi con mazzette in tasca valgono più dei parenti delle vittime della Costa? Più di una pacca sulle spalle ai sub che stanno rischiando la vita nella pancia della Concordia? In verità il governo, un ministro al Giglio ce l’ha spedito, ma non per gli uomini morti e vivi. Sul posto infatti si è visto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, preoccupato per la salute di scogli e coste. Una cosa comunque è vera, il comandante che non ne ha voluto sapere di stare in plancia nel momento del pericolo ci ricorda un italiano famoso, basso di statura con spiccato accento del Nord. Non si chiamava Berlusconi ma Vittorio Emanuele, quello che in piena guerra scappò da Roma, dopo averla fatta grossa, lasciando il suo esercito senza ordini. In qualche modo i nostri padri e nonni se la cavarono, come se la sono cavata quasi tutti quelli della Concordia. Perché per fortuna da sempre c'è anche un’Italia che non scappa, berlusconiana o no che sia.

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