giovedì 10 luglio 2025

Bibbiano

Bibbiano, crolla il castello accusatorio. Il sistema non può condannare se stesso. Cosa vi aspettavate se Claudio Foti, il dominus ideologico della congrega ha fatto lezioni ai magistrati secondo le sue teorie "post moderniste e costruttiviste"? Cosa vi aspettate, delle condanne, da un sistema che sta imponendo la visione secondo la quale la famiglia tradizionale è il male assoluto? Cosa vi aspettate condanne, se ormai alle elementari insegnano ai bambini che le persone il sesso e l'identità se la scelgono la mattina quando si svegliano? Cosa pretendete condanne se viene detto ai ragazzini che "cambiare sesso" è normale e giusto senza dire che il sesso biologico rimane lo stesso (il cromosoma, rimane lo stesso!) e che una persona che fa quel passo irreversibile si sta solo castrando prima farmacologicamente ingurigitando ormoni opposti a quelli prodotti dal suo bios e poi castrando fisicamente con l'asportazione chirurgica degli orni genitali? Chi non è d'accordo con questo sistema a proposito del caso Bibbiano ha sbagliato qualcosa? Certo che si, si è sbagliato a farsi strumentalizzare da chi ha usato questo terribile caso di cronaca per guadagnare facile consenso politico. Qualcuno ricorda Di Maio mentre giurava che mai avrebbe fatto parte di una maggioranza con dentro "il partito di Bibbiano" rimangiandosi tutto pochi mesi dopo? Qualcuno ricorda gli alti lai della Lega mentre ora fanno finta di non sapere manco cosa sia il caso Bibbiano...? Far strumentalizzare un grave fatto di cronaca dai partiti politici è un grave errore. Che è stato fatto.


Giuseppe Masala 

domenica 29 giugno 2025

Camerieri degli Usa

Basta! Il ministro Giorgetti partecipa al G7 in Canada e si dichiara soddisfatto del "Compromesso onorevole" ottenuto. Ora, il compromesso consiste nell'esenzione delle società americane da pressoché ogni forma di tassazione nel resto del mondo!! In pratica una resa a Trump che in questo modo riesce a rasserenare i suoi rapporti con le Big Three, da cui dipende per la sottoscrizione del debito federale Usa. In pratica Trump sta vincendo su tutta la linea. Prima ha ottenuto un colossale aumento delle spese militari europee, peraltro alimentando i sogni "imperiali" della Germania e i desideri di guerra dei baltici, con una conseguente divisione interna all'Europa. Poi ha ribadito che vuole dazi pesanti verso gli europei che dovranno essere ancora più sottomessi. Infine ha ottenuto che le società americane non paghino tasse al di fuori degli Stati Uniti. In sintesi, l'Europa è l'unico posto al mondo dove Trump è riuscito ad affermare la sua dottrina, senza peraltro faticare per nulla. Aggiungo, dagli europei ha ottenuto una piena legittimazione dell'attacco in Iran, qualificato nei termini dell'atto coerente con il diritto internazionale, sta continuando a drenare i risparmi dei fondi sottoscritti dagli europei e stanno moltiplicandosi gli acquisti di gas naturale e armi americane dai vari paesi del Vecchio Continente. Forse qualche simpatico ministro quando ha dichiarato che il nostro futuro è quello di fare i "camerieri" per i ricchi turisti Usa aveva in mente una vera e propria metafora. Direi, davvero, Basta. Un'Europa anche solo normale reagirebbe imponendo una tassazione vera sulle colossali entrate delle piattaforme tecnologiche americane che, peraltro, hanno in Europa il loro principale mercato non sostituibile. Porrebbe dei vincoli al costante prelievo, spesso all'insaputa degli stessi risparmiatori europei, dell'enorme mole dei loro risparmi, trasferita negli Stati Uniti dai grandi fondi. Applicherebbe misure ritorsive verso tutte quelle imprese che delocalizzano negli Usa, magari vincolando anche l'esportazione di quei beni che gli americani non sono più in grado di produrre. Punterebbe, attraverso l'emissione di debito comune, coperto dall'euro, a garantirsi una riduzione della dipendenza dai consumi americani, perseguendo una lotta alle disuguaglianze interne. E poi, comincerebbe a guardare ai veri player dell'economia globale a cominciare dalla Cina, dall'India e dall'America latina, abbandonando la folle retorica del "nazionalismo occidentale". Sarebbe davvero il momento di dire basta.


Alessandro Volpi

sabato 14 giugno 2025

La magistratura e le forze dell’ordine

Ancora annichiliti, con il cuore spezzato dal dolore e colmo di rabbia per l’omicidio dell’eroico Brigadiere Legrottaglie; mentre stiamo interrogandoci ossessivamente se nei suoi ultimi pensieri, durante l’audace inseguimento, fosse mai scattata una maledetta titubanza paralizzante, generata dal timore di non premere il grilletto per evitare di finire i suoi giorni di poliziotto per iniziare quelli di presunto criminale; quando ci chiediamo sdegnati dove siano finite tutte quelle frotte di giornalisti schiamazzanti che si accalcano se la vittima dell’inseguimento è il balordo che l’ha generato, mettendo a rischio la sua vita e quella altrui; ecco che quei giornalisti ricompaiono e fugano spietatamente ogni dubbio comunicandoci, con asettico distacco, la notizia del giorno:


«INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO I POLIZIOTTI CHE HANNO CATTURATO I BANDITI A GROTTAGLIE».


E così, per l’ennesima volta, come da consuetudine, la magistratura italiana emette il famigerato “atto dovuto”, che stavolta si abbatte sul capo di quei poliziotti che hanno catturato gli assassini del Brigadiere, dopo un conflitto a fuoco, al termine del quale uno dei due decedeva. E anche stavolta l’iscrizione nel registro degli indagati avviene senza che a loro carico paiono emergere concreti indizi di colpevolezza, così come espressamente previsto dall’art.335 del codice di procedura penale. Anche stavolta si procede per mera presunzione di colpevolezza. Né si può ipotizzare che il bandito superstite abbia rilasciato dichiarazioni indizianti contro di loro, poiché, come risulta dalle cronache, si è subito chiuso in un ferreo mutismo. Quali sono, allora, le “risultanze fino a questo momento acquisite che possano verosimilmente attribuirgli un vero e proprio reato”, come scritto, nero su bianco, nella legge? In quale anfratto del codice di procedura penale è mai previsto siffatto automatismo? Non esiste! Non è mai esistito!


E così, mentre i poliziotti assumono l’indegno ed umiliante status di indagati, nel contempo a moglie, fratelli e figli dell’assassino viene notificata l’assunzione della figura di… “parti lese”.  Probabilmente per non inimicarsi il Pubblico Ministero, l’avvocato dei poliziotti abbozza una giustificazione del suo operato: «Ritengo sia un atto doveroso finalizzato ad accertare le cause e le dinamiche dell’accaduto» No! Non c’è nulla di “doveroso”! E’ un atto non previsto, anzi è un atto contrario al dettato normativo! Certo, per dirla tutta, lo si fa anche per permettere ai poliziotti di partecipare agli accertamenti tecnici irripetibili (quali l’autopsia del bandito deceduto) con dei propri consulenti tecnici. Partecipazione che, senza la qualifica di “indagati”, gli sarebbe preclusa. Ma è paradossale che con l’intento (o la scusa) di favorire qualcuno lo si danneggi! Ecco cosa doveva fare il Decreto Sicurezza: creare una norma che desse la possibilità agli agenti che, nell’adempimento del loro dovere, avessero fatto uso delle armi, dei mezzi di coercizione o della forza fisica (art.53 codice penale), di poter partecipare agli atti irripetibili tramite propri consulenti tecnici pagati dallo Stato. Anticipargli le spese legali con quei 10.000 euro, se da un lato sopperisce alle prime difficoltà economiche, dall’altro è come lanciare un messaggio di tolleranza e giustificazione alla consuetudine dell’atto dovuto, anche quando dovuto non lo è affatto! anche quando è del tutto illecito!


Salvino Paternò 

martedì 10 giugno 2025

Ci credono….

In questa formidabile locandina pubblicata sui canali ufficiali del Partito Democratico, che vorrebbe addirittura celebrare la scoppola referendaria come un successo, c'è esattamente la spiegazione del perché questa gente sia talmente priva di credibilità da riuscire a squalificare anche temi fondamentali come quello dei diritti dei lavoratori. In sostanza il PD - ma lo stesso giochino stanno provando a fare anche gli altri "leader" trombati del cosiddetto "centrosinistra” - pretende di potersi intestare i 13 (che poi in realtà sono 12, ma tant'è) milioni di sì raffrontandoli ai voti presi dalla coalizione di "centrodestra" alle elezioni politiche del 2022.


Il tema dello smantellamento dei diritti dei lavoratori – peraltro voluto e propiziato proprio dal PD – è stato negli ultimi anni il grimaldello principale attraverso cui l'ideologia neoliberista ha precarizzato le vite di milioni di persone in nome della "flessibilità". La svalutazione del lavoro è il punto cruciale attraverso cui è avvenuto un grande travaso di potere sociale dal popolo verso le élites finanziarie. Se l'iniziativa referendaria su un tema del genere l'avessero proposta forze minimamente credibili avremmo dovuto vedere le file ai seggi, altro che 12 milioni di voti! Ora, cari signori del PD, non pretendevo certo da voi la capacità di fare autocritica, e capire che siete così "sputtanati" al punto da indurre milioni di lavoratori a restare a casa pur di non legittimarvi. Ma almeno non vi azzardate a intestarvi i voti di quelli che sono andati a votare non perché gliel'avete detto voi, ma NONOSTANTE gliel'abbiate detto voi. Per questo abbiate la dignità di mettere giù le mani da quelle persone che nel fine settimana si sono recate al seggio solo per l'importanza del tema dei diritti dei lavoratori, ma vi disprezzano al punto che non vi voterebbero neanche sotto tortura!


Francesco Forciniti



lunedì 9 giugno 2025

Riflessioni su taluni referendum

L'altro giorno ho scritto un post che qualcuno ha interpretato come un piccolo manifesto astensionista e che in realtà non era nient'altro che una semplice analisi di una realtà che mi sembra evidente: per far ritornare alle urne un buon numero di potenziali votanti non sdraiati sulle categorie politiche imposte dal main stream bisogna riprendere in mano il discorso legato alla stagione draghiana. Quel post ha avuto un riscontro enorme e il motivo è piuttosto banale: ha riportato alla luce un rimosso. In quei due anni abbiamo visto infatti stringersi in un abbraccio scellerato establishment tecnocratico, partitico, finanziario, sindacale ( la foto con pacche sulla spalla tra Landini e Draghi ne è stata rappresentazione plastica) giornali, televisioni, appellisti, intellettuali di sinistra e di destra (tranne rare per quanto illustri eccezioni) show business, vertici accademici e perfino una (presunta) sinistra chiamamiamola radicale (Rifondazione, Acerbo, Potere al Popolo, quella roba lì). Insomma un vero e proprio Sistema - la società dello spettacolo nella sua massima espressione totalitaria -  che si è stretto intorno a opportunismi politici, dogmatismi ideologici, interessi di segno opposto ma coincidenti. Un abbraccio che ha prodotto tra le altre cose:


- uno spostamento di risorse economiche mai visto dal settore pubblico a quello privato (leggi: fiumi di denaro sottratti alle casse pubbliche e finiti in quelle di Pfizer e co).


- una violenta esclusione  dal lavoro e dalla vita sociale di milioni di persone che non si sono piegate a un ricatto di natura biopolitica  basato su presupposti palesemente mendaci, truffaldini, falsi al cento per cento;


- una frattura sociale che ha distrutto legami familiari e affettivi, molti dei quali non si sono mai più ricuciti 


- una campagna d'odio che ha scatenato una persecuzione in stile apartheid di una minoranza di persone a cui è stata tolta ogni dignità civile (il cui grado di violenza hanno potuto cogliere solo coloro che l'hanno vissuta).


- una perdita totale e irreversibile di fiducia nelle istituzioni e nel processo democratico da parte di chi ha subìto quella assurda persecuzione politica. 


Solo per dirne qualcuna (c'è molto, molto altro). Ora, quello che farei io se volessi riportare a uno straccio di partecipazione democratica le persone che hanno sofferto quello scempio non è certamente liquidare quella stagione  come un piccolo incidente di percorso dovuto a una contingenza. O magari derubricarla a evento minore, di natura tutto sommato impolitica, sottolineando che il processo era già in atto da tempo ma contraddicendosi subito dopo sostenendo che in realtà le istituzioni, i corpi intermedi, il processo democratico sono in fondo ancora sani e non completamente inghiottiti dai vari vincoli esterni, invitando più o meno simpaticamente (meno) a smettere di frignare e andare a votare sti cinque quesiti (che fondamentalmente servono a rilanciare carriere di gentaglia come Landini e ricostruire una verginità a partitacci in crisi, roba perlopiù basata su technicalities abbastanza incomprensibili ai più e di dubbia efficacia pratica). Insomma, ci dicono convinti, questi pasdaran del quesito landiniano: muovete il culo brutti inutili narcisisti piagnoni che non siete altro che ora sì che la metteremo in quel posto ai padroni. Ma si, certo, come no! Io se avessi un po' di visibilità e influenza e volessi convincere le persone a cercare di ritrovare un po' di fiducia negli istituti-istituzioni democratici gli direi: la stagione draghiana è stata un errore madornale, non permetteremo mai più che un regime tecno-autoritario, senza opposizione politica, con le conferenze stampa applaudite dal cento per cento dei giornalisti, ostaggio di vincoli ed interessi finanziari come quello draghista possa sospendere dal lavoro qualcuno o costringerlo a iniettarsi un farmaco di dubbissima efficacia e utilità comprato a carissimo prezzo da una chiacchierata multinazionale contro la sua volontà, pena la perdita del sostentamento. Noi intellettuali, sindacati, partiti, media più o meno indipendenti, più o meno anti sistema, influencer di sinistra-sinsitra, Ottoliner, Lipperiner eccetera eccetera faremo pressione per riassorbire quella crisi di credibilità delle istituzioni e ci Impegnaremo senza ambiguità  affinché mai più il patto sociale alla base della convivenza civile venga sfasciato in quel modo. Senza questo passo, gran parte di quell'elettorato (prezioso se non necessario per pensare di ribaltare qualunque genere di rapporti di forza) non si recupera più. E ricordiamo un'ultima cosa, anch'essa banale: la politica non si fa su fb (se non quando si era costretti in casa con autocertificazioni e lasciapassari digitali) e non si fa nemmeno rispondendo sissignore! nelle urne alle giravolte pirandelliane di partiti e personaggi in cerca d'autore. Si fa con iniziative vere, con slanci ideali, appassionati, coraggiosi. Io nel mio piccolo ho cofondato una rivista controculturale che con tutta probabilità mi porterà alla rovina economica. Per me questa è la forma più alta di politica che è possibile fare oggi. Il resto ci è stato tolto da quelle facce da cazzo che ieri erano in piazza per Gaza col cappelletto pro referendum.


Vanni Trentalance

domenica 8 giugno 2025

Il referendum sulla cittadinanza facile

Oggi, in teoria, dovrei andare a votare in un referendum che dimezza il tempo per richiedere la cittadinanza italiana, che passerebbe da 10 a 5 anni. Per i promotori, quindi i sinistri, 2,5 milioni di stranieri potrebbero diventare italiani a tutti gli effetti. Ora io ho fatto i 10 anni tutti interi, e so cosa significa aspettare un decennio prima di avere una qualche certezza di stabilità o addirittura libertà di movimento (ai miei tempi per il rinnovo del permesso di un anno ci voleva un anno, e nel frattempo con la ricevuta non si poteva manco tornare in vacanza nel paese di origine). Però io non sono cieco: vedo anche che l’immigrazione che arriva in Italia non è fatta di ingegneri e astronauti che parlano fluente italiano scelta in base ad una graduatoria di punteggi, ma di povera gente semianalfabeta che viene dalle campagne e periferie del terzo mondo (e parlo dei regolari). 5 anni non bastano affinché capiscano dove sono capitati, figuriamoci integrarsi. E poi ritrovarsi di colpo con 2,5 milioni di cittadini in più è una sfida che farebbe crollare l’intero apparato burocratico italiano: non riescono a fornire ai cittadini i passaporti e le carte di identità in tempo già ora, figuriamoci con milioni di richieste in più. E poi, francamente, permettere ai sinistri di rivendicare questo colpo di stato demografico, facendo incetta di voti facili che neanche i fratelli musulmani in Egitto quando promettevano il paradiso e una bottiglia d’olio in cambio del voto, anche no. Quindi non solo non andrò a votare, ma vi esorto a godervi la bella giornata di sole al mare e mandarli tutti a stendere. E ve lo dico da cittadino naturalizzato che ha penato per averla, la cittadinanza. 


Sherif El Sebaie

giovedì 5 giugno 2025

Il ddl sicurezza e le opposizioni

Questa foto raffigura la protesta inscenata oggi dalle "opposizioni" parlamentari rispetto all'agire del governo Meloni, accusato di utilizzare i decreti legge e le questioni di fiducia per scavalcare il Parlamento, cosa ancora più riprovevole in presenza di un provvedimento che introduce nell'ordinamento nuove fattispecie di reato. Non farebbe una piega, se non fosse che praticamente tutti questi strenui rappresentanti del popolo italiano, che qui potete vedere fieramente incrociare le gambe, votarono fra il 2021 e il 2022 qualcosa come 55 questioni di fiducia al banchiere Mario Draghi, accettarono supinamente e in silenzio le varie tagliole e le ghigliottine che a quel tempo erano prassi, ratificarono i suoi provvedimenti oscenamente discriminatori in quattro e quattr'otto senza lasciare spazio ai nostri emendamenti, approvarono la riforma Cartabia in mezza giornata ad agosto spegnendoci i microfoni, tacquero quando pacifici manifestanti seduti a terra come loro venivano spostati con gli idranti, abbassarono lo sguardo mentre io e pochi altri denunciavamo con fervore gli abusi sistematici che subivamo provando a fare opposizione, e decretarono di fatto la capitolazione anche dell'ultima parvenza di democraticità di quelle istituzioni.


E io glielo dissi più volte in aula, che ciò che loro stavano facendo avrebbe legittimato quelli dopo a proseguire allo stesso modo. Eppure non fecero una piega e non si posero mai il problema. Per questo, nel vederli stamattina recitare con scarsa convinzione ed efficacia il ruolo di redivivi difensori della democrazia parlamentare, dopo essere stati loro stessi per primi a squalificare le istituzioni delle quali facevano e fanno parte, provo da una parte amarezza per il baratro verso cui il nostro Paese continua a scivolare, ma dall'altra estremo sollievo personale nel non fare più parte di questo circo.





Francesco Forciniti

venerdì 16 maggio 2025

Bersani e le cose disdicevoli

Bersani oggi fa parziale ammenda di trenta anni di frusta sul groppone dei lavoratori dicendo, bontà sua, che "abbiamo fatto cose disdicevoli" testuale. L'uomo cresciuto tra la via Emilia e il West  dunque sostiene che è ora di riparare (come se trenta anni di sferza siano qualcosa a cui può essere posto riparo): ovviamente andando a votare ai referendum sul lavoro e ripristinando i diritti che il PD stesso aveva tolto. 


No caro Bersani, a prendere per i fondelli vai da un altra parte: quando cambiano le condizioni, politiche, tecnologiche, geopolitiche, macroeconomiche, non basta riportare le lancette dell'ordinamento giuridico a trenta anni fa per riavere le condizioni di trenta anni fa. Nel frattempo è cambiato tutto; la globalizzazione è finita, siamo senza energia, abbiamo la guerra in Europa, sono arrivate applicazioni della Intelligenza Artificiale che radicalmente cambieranno il mondo del lavoro, abbiamo perso la competitività internazionale e anche buona parte dei mercati di sbocco. E in tutto questo caro Bersani tu davvero credi che per riportare livelli di diritti e salari ai livelli di trenta anni fa basta abbrogare 4 articoli di legge? 


E per di più a braccetto a questi referendum sul lavoro mettete il referendum sulla cittadinanza facile a 5 anni (anche la super immigrazionista Gran Bretagna vuole riportare a 10 anni il tempo necessario per fare richiesta di cittadinanza!!!!) creando così milioni di cittadini che chiederanno diritti, che pretenderanno ricongiungimenti familiari con tutto ciò che significa a livello di prestazioni sanitarie, pensionistiche e di welfare... Per carità, senza offesa per i migranti, però mi pare un po' troppo caro Bersani. Mentre fate finta di voler restaurare i diritti  con i primi quattro referendum, volete rimpinguare "l'esercito industriale di riserva" (cito Kalecki) però in assenza di industrie, portando altri milioni di persone a pretendere l'esangue mammella dello stato e dunque peggiorando le condizioni di tutti. O siete completamente scemi o siete dei delinquenti. Caro Bersani, scelga lei.


Giuseppe Masala




giovedì 15 maggio 2025

La pace o il condizionatore…

Il 6 aprile 2022, Draghi ci chiedeva di fare sacrifici, spiegandoci che l’Europa (ovvero noi cittadini) doveva sostenere la causa ucraina e colpire la Russia con sanzioni. Ci diceva che queste sanzioni sarebbero state efficaci e che la Russia sarebbe andata "al collasso". In quel momento, molti di noi (me compreso) criticarono queste scelte, prevedendo un costo insostenibile per l’Italia e una prolungata e dolorosa guerra economica e geopolitica. Oggi, quelle stesse sanzioni ci hanno lasciato con bollette alle stelle, industrie in difficoltà e famiglie a rischio. Siamo noi a essere sull'orlo del collasso economico. E la beffa è che, mentre molti miliardi sono stati spesi e centinaia di migliaia di soldati e civili hanno pagato con la vita, il conflitto in Ucraina non sembra nemmeno avvicinarsi a una fine. È davvero difficile pensare che i leader europei credessero seriamente che la Russia sarebbe stata sconfitta militarmente attraverso l'invio di armi, l'escalation della guerra e le sanzioni economiche. Il conflitto tra Ucraina e Russia è asimmetrico, e la Russia ha enormi risorse in termini di territorio, esercito e, soprattutto, capacità nucleare. La "vittoria militare" contro una potenza nucleare non è mai una strategia realistica… è solo molto pericolosa. La verità è chiara: Draghi, e tutti i leader europei che hanno sostenuto la linea delle sanzioni, e ci hanno imposto determinate scelte, non possono continuare a ignorare che le loro politiche hanno avuto un ruolo determinante nelle difficoltà che stiamo vivendo. Non si tratta solo di difendere la pace, ma di riconoscere che le scelte fatte non hanno funzionato come sperato. Draghi deve ammettere l’errore. Almeno quello. Basta arroganza: vogliamo responsabilità! Non può continuare a fingere che le sue decisioni non abbiano avuto un impatto diretto su di noi. Le sanzioni non hanno fatto crollare la Russia, mentre l'Europa ha pagato un prezzo altissimo in termini di energia e inflazione. Inoltre oggi vediamo che la Russia, ha saputo reagire, adattarsi e persino aumentare le sue esportazioni verso paesi non occidentali. Dunque non è più accettabile che Draghi venga a dirci oggi “I prezzi dell’energia sono insostenibili per le famiglie”. Ma dov’è il mea culpa? Molti di noi lo avevano previsto. Le sue scelte ci hanno portato a questa situazione, eppure non c’è nessuna ammissione di errore. Basta con le lezioni da chi ha sbagliato: vogliamo responsabilità, non sermoni! Ammettere la fallibilità delle proprie scelte sarebbe un segno di umiltà e onestà. Ignorarlo sarebbe un atto di superbia e arroganza.


Francesco Santoro

Von Der Leyen e i vaccini

Non mi sembra che sia stato dato il giusto e necessario risalto mediatico alla sentenza della Corte di giustizia europea che ieri ha condannato la Commissione Ue, e quindi la von der Leyen, per aver negato l’accesso ai messaggi telefonici scambiati tra la presidente Ue e l’amministrazione delegato di Pfizer sulla stipula del contratto europeo da 35 miliardi di euro (1,8 mld di sieri anti-covid). Accordo (2021) fatto in tutta segretezza grazie al quale è stato firmato «il più grande contratto mai siglato dall’Ue con le case farmaceutiche». Per questo andava persuasa la popolazione a considerare salvifico il magico fluido. Per questo si è perseguitato chi provava a sottrarsi all’inoculazione. Per questo si è mobilitata la “Scienza”, con il disgustoso strascico di prezzolati intrattenitori dello spettacolo (giornalisti, cantanti, attori, intellettuali…) sguinzagliati in tv. Per questo si sono perseguitati i medici (fino al “suicidio” del povero e generoso dottore Giuseppe Di Donno) che coraggiosamente ritenevano necessaria la cura con farmaci tradizionali. Per questo il governo Conte, tramite l’ineffabile ministro Speranza, ingiungeva il criminale protocollo “tachipirina e vigile attesa"). Per questo il governo Draghi reprimeva ogni forma di resistenza (fino alla vile repressione dei lavoratori portuali di Genova, sindacato dov’eri?)… altrimenti come avrebbe potuto la Pfizer incassare profitti miliardari? Una von der Leyen espressione non di se stessa, ma di quella rabbiosa oligarchia eu-ropea che oggi mette nel conto 800 miliardi per il riarmo anti-russo. Riflettete gente, riflettete!


Antonio Catalano

mercoledì 26 marzo 2025

Il kit di sopravvivenza

Mentre ci si trastulla con la storia di Prodi, è volutamente passato inosservato qualcosina di più importante e cioè un video di Hadja Lahbib, commissario europeo per la parità, la preparazione e la gestione della crisi (carica che non significa nulla come per il 90% dei ruoli ricoperti in UE). Video in cui la signora, vestita come una invitata ad un matrimonio, ci mostra il "kit di sopravvivenza" in caso di un ipotetico pericolo. In pratica un agente di validazione che prova a galvanizzare le proprie truppe, già indottrinate, sul fatto che la Russia stia per invaderci, spianando la strada affinché figure come lei intaschino mazzette sui contratti per la Difesa.


Ma cosa è presente in questo kit? Se per un attimo ho temuto sbucassero gli assorbenti per Paolo che si percepisce Maria, troviamo una bottiglia d'acqua con tappino rigorosamente attaccato, un accendino, un coltellino svizzero per richiamare il tema delle armi (utile contro le pale dei russi), medicine varie (in discarica potete reperire gratuitamente fiale di vaccino Pfizer), barrette proteiche (a momenti ho creduto estraesse due manubri da 12 kg per fare alzate laterali e allenare i deltoidi), un carica batteria per il cellulare (altrimenti sarebbe impossibile combattere i russi con i tweet), carte napoletane per distrarsi (che poi è quello che in sostanza fa il commissario tutto il giorno a Bruxelles) e, venendo alla cosa più importante, soldi in contanti perché "cash is king" e "le vostre carte di credito potrebbero essere semplici pezzi di plastica".


Al netto dell'opportunità di ricordare che i cittadini europei stiano combattendo due guerre parallele e che nessuna delle quali vede la Russia come nemico: una contro i clandestini, l'altra contro l'élite a capo dell'Unione Europea che si serve, in uno schema piramidale, di altri agenti di validazione come Carlo Calenda o Pina Picierno per dipingere un quadro di pericolo frutto del pensiero magico, vi invito a notare l'ammissione implicita della supremazia del mondo reale in cui è il denaro contante a comandare mentre quello digitale si rivela un bluff che in questi anni è stato tenuto in piedi esclusivamente grazie ad altre agenzie di validazione. Emergenze inventate (pandemia, cambiamento climatico, invasione russa) che chiamano in causa soluzioni scenografiche e atte esclusivamente a riciclare denaro impiantando una struttura di controllo sociale della popolazione attraverso la leva del terrore costante. 


Crollato quindi il muro che portava la coscienza a provare imbarazzo per certe uscite politiche, probabilmente perché persino la coscienza ha deliberatamente optato per dissolversi, il solo motore che muove gli europarlamentari assoggettati al pensiero progressista è quello di "far credere" che è alla base della discipline politica. Non ha importanza esporre se stessi ad ingiurie e schernimento: ogni tentativo di consolidare le menzogne e stringere il collare del pubblico eccitato all'idea del sacrifico diviene valido: persino quello di uscire un mazzo di carte per giocare a briscola. Tale è l'epoca che ci vede fendere la follia come coltello nel burro nell'arrendevole assimilazione di una anormalità divenuta la sua antitesi. Come sempre ognuno valuti e lo faccia guardando il video:


https://x.com/hadjalahbib/status/1904858985972351264 


Giovy Novaro

venerdì 21 marzo 2025

Criminali e guitti

Sta crollando tutto e credono di tenere insieme il muro che viene giù rafforzandolo con la melassa. Senza manco capire che oramai la melassa genera disgusto, vomito. A quel giullare del potere che è Benigni bisogna ricordare che la UE, quella reale e non quella dei suoi deliri, ha significato:


1) compressione salariale (ammesso dallo stesso Draghi)


2) smantellamento dello stato sociale, dei diritti alla salute, del lavoro.


3) soppressione della sovranità popolare, dato che la UE è servita a spostare le decisioni importanti verso centri sottratti al controllo democratico


4) svuotamento della democrazia, dato che tutte le decisioni erano prese altrove, e qualsiasi governo eletto si doveva muovere entro quelle coordinate (vi ricordate quei vermi cge giustificavano tutto con "ce lo chiede l'Europa"?)


5) crimini contro l'umanità in Grecia, perché tre lire non si potevano tirare fuori, mentre ora scopriamo che fare un baratro di debiti per favorire l'industria delle armi e salvare l'industria tedesca di può fare 


Ora ve ne venite fuori con quel guitto, o con discussioni su Ventotene. Ma lo avete letto? Un insieme di chiacchiere che mai nessuno ha preso sul serio, dato che la UE, nei suoi trattati fondativi, delinea una direzione opposta. Idee confuse, buone per fare propaganda, ma che si disfano non appena devi fare i conti con la realtà, con le differenze di cultura, di interessi, di tradizioni. Un manifesto che ignora del tutto la discussione sull'Europa che già all'epoca era ricca, sul rapporto tra culture nazionali e identità europea, sugli strati che compongono la storia dell'Europa. Si potrebbe parlare di quel manifesto, non con coloro che ne fanno un feticcio, quelli gne gne, oddio contessa, critica Spinelli. E chi è Spinelli? Mose? Perché lo hanno imbalsamato e trasformato in Mose', solo che le acque non si aprono e manna dal cielo non ne è venuta. Si potrebbe discutere, lo si faccia senza le regole celebrative, salottiere, da perditempo e da signora la contessa. Ma in fondo sarebbe del tutto inutile, è tempo perso, perché mai nessuno ha preso sul serio Spinelli. Spinelli e' sempre stato e sempre sarà un'arma di distrazione di massa. Serve a parlare del sesso degli angeli per non parlare della realtà.


Qualcuno crede che Ursula bomber leyen lo abbia letto? Forse neanche sentito mai nominare. Il manifesto di Ventotene è un nulla che serve solo come foglia di fico per non parlare delle politiche antidemocratiche e antipopolari che hanno caratterizzato trent'anni di UE. Destra e sinistra ci costringono a parlare del nulla per non parlare della realtà, di un'Europa al servizio delle banche, vi ricordate Draghi? Spinelli serve alla Meloni come serve a Fornaro: un'evasione nel mondo delle ideologie, per coprire quello che sta accadendo. Parliamo di un manifesto di cent'anni fa per non parlare delle sfide attuali. Il guitto Benigni serve a questo: a nascondere la realtà sotto una massa di retorica. Il potere sta perdendo la testa, capisce che sta crollando tutto, e allora ha scatenato una guerra di propaganda che manco le SS. Tutto inutile, perché, signori, siamo al capolinea e tra poco si scende. Il castello sta crollando perché i costruttori  erano pessimi, perché l'edificio è senza fondamenta. Perché la UE nasce come tentativo di cancellare l'Europa, i suoi strati, le sue radici, le sue differenze, la sua ricchezze, per annullare la tradizione Europea. E noi, eredi dell'Europa e della sua cultura, difendiamo l'Europa contro quella macchina per fare il vuoto che è la UE.


Vincenzo Costa

sabato 15 marzo 2025

La manifestazione di Michele Serra

Ho sentito diversi interventi della manifestazione di Piazza del Popolo. Mi hanno colpito molte cose. Anzitutto l’impreparazione dei relatori. Non mi riferisco solo allo stile sommario, approssimativo e un po’ cialtronesco. Trovo assai sconcertante che i relatori non abbiano saputo esprimere alcuna cultura politica. I loro interventi sono stati un carosello di luoghi comuni: gli ottant’anni di pace in Europa, come se l’ex Jugoslavia fosse in Oceania… il primato della democrazia europea, dopo che per tre anni gli italiani si sono espressi contro l’invio di armi e per tutta risposta i governi che si sono succeduti hanno trasgredito questa indicazione senza nemmeno degnarsi di fornire al parlamento la lista degli armamenti dati all’Ucraina… e poi la celebrazione della “cultura” europea. Vecchioni, che tra tutti ne era evidentemente il più sguarnito, si è pure messo a elencare i nomi di scrittori che ci renderebbero superiori, facendo della cultura un vessillo esteriore, un mezzo di esibizione folkloristica. Per me che insegno letteratura è stato un momento disarmante. Mi ha colpito molto anche il discorso di Michele Serra, sempre con la battutina, la capriola retorica che sostanzialmente lasciava trasparire il nulla. Ho provato molta vergogna quando gli ho sentito evocare la crisi greca. Ma dov’erano lui e il suo giornale quando l’Ue umiliava quel paese e faceva carne di porco dei suoi beni? Io la loro manifestazione non me la ricordo. A un certo punto Serra ha tirato poi fuori la lagna moralistica secondo cui noi italiani (perché quando c’è da parlar male torniamo ad essere italiani) saremmo dei viziati con la pancia piena e impigriti dal benessere. Mezza Italia che vive con poco e si ammazza per sbarcare il lunario, anche per colpa di trent’anni di austerity, per questo signore imbolsito semplicemente non esiste. Pensa che siano tutti privilegiati come lui.


Ma ripeto il più sconcertante era Vecchioni, con la sua “cultura” da salottino, la finta citazione, il tocco fascinoso sui capelli... A un certo punto ha pure affermato che non tutte le paci sono accettabili. Bene, dico io, e dunque? Cosa intende fare? Esattamente cosa dovrebbe accadere, come dovremmo comportarci? Se dovessimo seguire questi pazzi, cosa ne dovrebbe venire fuori? Dichiariamo guerra alla Russia? Iniziamo a combatterla direttamente noi, con i nostri soldati? È militarmente possibile? E soprattutto, gli italiani e gli europei (in nome dei quali questa gente è scesa in piazza senza che se ne accorgessero) sono d’accordo? Serra ha del resto menzionato più volte la parola “rappresentanza”. Chi si è schierato contro l’invio di armi, che rappresentanza ha avuto in Italia? Cosa risponde il democratico Serra? Tra le altre cose che mi hanno colpito c’è poi l’assenza della parola diplomazia. È chiaro che per avere diplomazia occorre avere cultura politica, occorre avere una qualche idea di cosa sia uno stato, cosa è un esercito, cosa è un tavolo di trattativa. Per parlare di diplomazia occorre anche avere un’idea di cosa sia l’Ue. In ogni caso non c’è stato nemmeno un accenno. Eppure con la diplomazia si possono fare tante, tantissime cose, anche trasformare una vittoria militare, come quella di Putin, in una sconfitta strategica. Vaglielo a spiegare a questi assatanati! Un po’ meno arroganza, un po’ meno superbia non farebbero male a questa borghesia salottiera e insipiente di benestanti avariati.


Paolo Desogus 

mercoledì 12 marzo 2025

Criminali

La libertà stessa è in pericolo, non solo la democrazia. In pochissimo tempo abbiamo visto, tra tante altre cose


1) l'annullamento delle elezioni in Romania, che non erano state contestate dal candidato europeista che le aveva perso, il quale ha considerato anzi quell'annullamento un colpo al cuore della democrazia. Il fatto che il candidato non piaccia a qualcuno di noi non può essere motivo per annullare elezioni democratiche. Ora gli viene addirittura impedito di partecipare, per impedire che il popolo rumeno si esprima. Per farlo si usa la magistratura, ledendo il principio della separazione dei poteri, minando la credibilità degli stessi principi liberali. La separazione tra poteri e' oramai una favola cui nessuno più crede perché l'uso politico della magistratura la ha privata di credibilità. 


2) La Picierno chiede e ottiene che un giornalista non possa parlare perché putiniano. Il pluralismo cessa di essere un valore, si invita a volte qualcuno solo per mantenere un simulacro di pluralismo, che è ben altra cosa. Questa persecuzione si moltiplica. Chiunque dissente diventa, d'ufficio, puntiniano, viene escluso da tutto ciò che è nelle mani dei progressisti per la guerra. Già ora tutta la stampa e i media sono nelle mani di un sistema totalitario, le manifestazioni per la guerra e le adunate vengono promosse dai giornali che fanno capo a grandi gruppi industriali e finanziari, e ci possono scrivere solo progressisti per il capitale. Tra poco neanche potremo pubblicare un post su fb, forse rischieremo il lavoro. I progressisti non sentono alcuna censura. E certo, neanche i nazisti sentivano una privazione di libertà durante il regime nazista. 


3) il parlamento europeo, già inconsistente, viene privato di ogni funzione. La baronessa pretende che il suo piano da 800 miliardi di euro non venga sottoposto al voto parlamentare. Per motivi di urgenza dice. Ma quel piano, per essere implementato, richiede anni e anni. Davvero qualche settimana di dibattito parlamentare avrebbe ritardato in maniera gravissima le misure? A sostenere ciò sono poi persone che da noi urlano al fascismo per la riforma sul premierato, che depontezierebbe l'istituto parlamentare. Di fatto molti hanno abolito anche il principio di non contraddizione. Non è solo la democrazia ad essere minacciata: è la libertà stessa, di tutti noi. La minaccia reale è qui, il nemico reale è questo. La libertà la stiamo perdendo.


PS. Giunge notizia di Calenda paladino delle nostre libertà. Risultati elettorali che non piacciono potranno essere cancellati.


Vincenzo Costa

 


L’ oligarchia finanziaria va in guerra

Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti. Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura. La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti. No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati. Oramai la manovra di aggiramento è compiuta. I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti signifcativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata. Ora i colpi possono susseguirsi in maniera progressivamente sempre più violenta e sfacciata. Aggirare con decreti le discussioni parlamentari è già e sarà sempre più la nuova normalità. Come lo è impedire agli outsider di partecipare al dibattito pubblico prima, ai processi elettorali poi. Che sia stato progettato così o semplicemente avvenuto, de facto la vicenda pandemica ha rappresentato le prove generali della militarizzazione della società e dell'informazione: una sorta di legge marziale senza guerra.


Questa svolta era stata preceduta da molti passi intermedi, da molte lamentele intorno all'inefficienza dei tempi della politica, dei rituali della democrazia. Poi, dal 2022 la guerra russo-ucraina è divenuta l'occasione per ribadire gli ultimi chiodi sulla bara della democrazia. D'ora in poi aspettiamoci che i passaggi diventino sempre più veloci. Tra la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi subprime (2008-2011) e la grande espropriazione di risorse pubbliche della crisi Covid (2020-2022) erano passati una decina d'anni. Ora, e sono passati solo 3 anni, si passa ad una terza colossale espropriazione nel nome dell'emergenza bellica. L'esito di questo passaggio è trasparente e chiarissimo. Pilastri sociali fondamentali come il sistema sanitario e il sistema pensionistico verranno stroncati. Per parare il colpo gran parte del residuo risparmio privato verrà drenato dai cittadini in beni difensivi (assicurazioni private, pensioni private, ecc.). Il patrimonio immobiliare privato, dove, come in Italia, ancora rilevante, diverrà dapprima il collaterale necessario per l'erogazione di finanziamenti indispensabili per far fronte ad esigenze inderogabili (la salute, lo studio dei figli, la sopravvivenza una volta usciti dalla sfera produttiva). L'ultimo passo sarà naturalmente la sottrazione stessa delle proprietà immobiliari, che diventeranno invece il collaterale per le erogazioni di prestiti ad interesse da parte dei gruppi finanziari.

 

Alla fine del processo una cittadinanza variamente indebitata sarà di fatto in catene anche se formalmente libera: condizionata e ricattabile ad ogni passo. Fine pena, mai. L'indebitamento economico irreversibile sarà la nuova forma della coazione. Non più gli antiquati modelli dell'asservimento violento, della schiavitù, ma un sistema pulito, contrattualmente ineccepibile, e tuttavia assai più stringente e dettagliato di qualunque passato rapporto servo-padrone. Se poi con questa leva si deciderà di mandare debitori/colpevoli (Schuld) a fare la carne fresca in guerra o l'ingranaggio a vita per una multinazionale, questi saranno dettagli. Questo è il futuro che bussa alle porte, e gli spiragli in cui si presentano ancora possibili margini di reazione - posto che ancora ci siano - si vanno chiudendo rapidamente.


Andrea Zhok