giovedì 15 maggio 2025

La pace o il condizionatore…

Il 6 aprile 2022, Draghi ci chiedeva di fare sacrifici, spiegandoci che l’Europa (ovvero noi cittadini) doveva sostenere la causa ucraina e colpire la Russia con sanzioni. Ci diceva che queste sanzioni sarebbero state efficaci e che la Russia sarebbe andata "al collasso". In quel momento, molti di noi (me compreso) criticarono queste scelte, prevedendo un costo insostenibile per l’Italia e una prolungata e dolorosa guerra economica e geopolitica. Oggi, quelle stesse sanzioni ci hanno lasciato con bollette alle stelle, industrie in difficoltà e famiglie a rischio. Siamo noi a essere sull'orlo del collasso economico. E la beffa è che, mentre molti miliardi sono stati spesi e centinaia di migliaia di soldati e civili hanno pagato con la vita, il conflitto in Ucraina non sembra nemmeno avvicinarsi a una fine. È davvero difficile pensare che i leader europei credessero seriamente che la Russia sarebbe stata sconfitta militarmente attraverso l'invio di armi, l'escalation della guerra e le sanzioni economiche. Il conflitto tra Ucraina e Russia è asimmetrico, e la Russia ha enormi risorse in termini di territorio, esercito e, soprattutto, capacità nucleare. La "vittoria militare" contro una potenza nucleare non è mai una strategia realistica… è solo molto pericolosa. La verità è chiara: Draghi, e tutti i leader europei che hanno sostenuto la linea delle sanzioni, e ci hanno imposto determinate scelte, non possono continuare a ignorare che le loro politiche hanno avuto un ruolo determinante nelle difficoltà che stiamo vivendo. Non si tratta solo di difendere la pace, ma di riconoscere che le scelte fatte non hanno funzionato come sperato. Draghi deve ammettere l’errore. Almeno quello. Basta arroganza: vogliamo responsabilità! Non può continuare a fingere che le sue decisioni non abbiano avuto un impatto diretto su di noi. Le sanzioni non hanno fatto crollare la Russia, mentre l'Europa ha pagato un prezzo altissimo in termini di energia e inflazione. Inoltre oggi vediamo che la Russia, ha saputo reagire, adattarsi e persino aumentare le sue esportazioni verso paesi non occidentali. Dunque non è più accettabile che Draghi venga a dirci oggi “I prezzi dell’energia sono insostenibili per le famiglie”. Ma dov’è il mea culpa? Molti di noi lo avevano previsto. Le sue scelte ci hanno portato a questa situazione, eppure non c’è nessuna ammissione di errore. Basta con le lezioni da chi ha sbagliato: vogliamo responsabilità, non sermoni! Ammettere la fallibilità delle proprie scelte sarebbe un segno di umiltà e onestà. Ignorarlo sarebbe un atto di superbia e arroganza.


Francesco Santoro

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