Basta! Il ministro Giorgetti partecipa al G7 in Canada e si dichiara soddisfatto del "Compromesso onorevole" ottenuto. Ora, il compromesso consiste nell'esenzione delle società americane da pressoché ogni forma di tassazione nel resto del mondo!! In pratica una resa a Trump che in questo modo riesce a rasserenare i suoi rapporti con le Big Three, da cui dipende per la sottoscrizione del debito federale Usa. In pratica Trump sta vincendo su tutta la linea. Prima ha ottenuto un colossale aumento delle spese militari europee, peraltro alimentando i sogni "imperiali" della Germania e i desideri di guerra dei baltici, con una conseguente divisione interna all'Europa. Poi ha ribadito che vuole dazi pesanti verso gli europei che dovranno essere ancora più sottomessi. Infine ha ottenuto che le società americane non paghino tasse al di fuori degli Stati Uniti. In sintesi, l'Europa è l'unico posto al mondo dove Trump è riuscito ad affermare la sua dottrina, senza peraltro faticare per nulla. Aggiungo, dagli europei ha ottenuto una piena legittimazione dell'attacco in Iran, qualificato nei termini dell'atto coerente con il diritto internazionale, sta continuando a drenare i risparmi dei fondi sottoscritti dagli europei e stanno moltiplicandosi gli acquisti di gas naturale e armi americane dai vari paesi del Vecchio Continente. Forse qualche simpatico ministro quando ha dichiarato che il nostro futuro è quello di fare i "camerieri" per i ricchi turisti Usa aveva in mente una vera e propria metafora. Direi, davvero, Basta. Un'Europa anche solo normale reagirebbe imponendo una tassazione vera sulle colossali entrate delle piattaforme tecnologiche americane che, peraltro, hanno in Europa il loro principale mercato non sostituibile. Porrebbe dei vincoli al costante prelievo, spesso all'insaputa degli stessi risparmiatori europei, dell'enorme mole dei loro risparmi, trasferita negli Stati Uniti dai grandi fondi. Applicherebbe misure ritorsive verso tutte quelle imprese che delocalizzano negli Usa, magari vincolando anche l'esportazione di quei beni che gli americani non sono più in grado di produrre. Punterebbe, attraverso l'emissione di debito comune, coperto dall'euro, a garantirsi una riduzione della dipendenza dai consumi americani, perseguendo una lotta alle disuguaglianze interne. E poi, comincerebbe a guardare ai veri player dell'economia globale a cominciare dalla Cina, dall'India e dall'America latina, abbandonando la folle retorica del "nazionalismo occidentale". Sarebbe davvero il momento di dire basta.
Alessandro Volpi
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