mercoledì 14 marzo 2012

La paccata di miliardi


ROMA - Arrivano i fondi per «incentivare l'esodo dei lavoratori anziani» e spunta il «contributo di licenziamento». Sono le principali novità contenute nel documento di 14 pagine che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha inviato riservatamente ieri sera tardi ai vertici delle associazioni sindacali e imprenditoriali. Titolo: «Ammortizzatori sociali. Proposta di riforma». Le ultime due pagine sono appunto dedicate alla «Protezione dei lavoratori anziani». Una mossa per rispondere alla pressante richiesta delle parti sociali di rendere gestibili le ristrutturazioni aziendali (che poggiano sull'espulsione dei lavoratori più vecchi) anche dopo la riforma delle previdenza, che ha abolito le pensioni di anzianità e spostato quelle di vecchiaia a 66 anni.

Fondo esodi: La proposta Fornero prevede la «facoltà» delle aziende di stipulare accordi con i sindacati per favorire i prepensionamenti, sul modello del fondo del settore bancario. Vi potranno accedere i lavoratori «che raggiungano i requisiti di pensionamento nei successivi 4 anni». Le aziende dovranno «versare mensilmente all'Inps la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa» e disporre di una fideiussione bancaria. Le domande per mandare in pensione anticipata i lavoratori dovranno essere presentate allo stesso Inps che verificherà la sussistenza dei requisiti. La prestazione sarà «di importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti». Nella fase di transizione, cioè per gli esodi fino al 2015, «il primo periodo può essere coperto» per i lavoratori messi in mobilità dalla stessa indennità di mobilità.

I nuovi fondi di solidarietà: Un'altra novità del documento è la previsione di istituire obbligatoriamente un «fondo di solidarietà» per tutti i settori e tutte le imprese sopra i 15 dipendenti non coperte dalla cassa integrazione. Anche questi fondi saranno creati con accordi tra sindacati e imprese o, in mancanza, da un decreto interministeriale. Gli accordi stabiliranno «l'ambito di applicazione del fondo, l'aliquota di contribuzione, che sarà anche in questo caso a carico dell'azienda». Al finanziamento potrà concorrere anche lo 0,30% attualmente versato ai fondi per la formazione. Entro il 30 giugno 2013 dovranno essere istituiti specifici fondi di solidarietà «per i settori del trasporto aereo e del sistema aeroportuale».

Il nuovo sistema di ammortizzatori: Nella premessa Fornero spiega che i nuovi ammortizzatori poggeranno su tre pilastri: una assicurazione sociale per l'impiego (Aspi) a carattere universale, una serie di tutele in costanza di rapporti di lavoro (Cassa integrazione ordinaria, straordinaria e fondi di solidarietà) e «strumenti di gestione degli esuberi strutturali». Il nuovo sistema, si spiega, dovrebbe superare l'anomalia italiana che vede la tutela assicurata finora - per durata e importo - molto al di sotto della media europea, mentre in alcuni casi è «uno scivolo estremamente lungo», trasformando il sussidio in uno strumento puramente assistenziale.

L'Aspi: L'assicurazione sociale per l'impiego sostituirà l'indennità di mobilità e l'indennità di disoccupazione in tutte le sue forme. Dal 2015 ci saranno due strumenti in tutto: da una parte la cassa integrazione (però senza mobilità e senza la straordinaria nel caso di cessazione di attività) e dall'altra il nuovo sussidio (Aspi) che può arrivare per tutti fino al massimo di 1.119,32 euro lordi al mese e per un periodo non superiore a 12 mesi, allungabile a 18 mesi nel caso di disoccupati con oltre 55 anni di età. L'importo, fermo restando il tetto, sarebbe pari al 70% per le retribuzioni fino a 1.250 euro e al 30% per la parte eccedente. L'assegno verrebbe tagliato del 15% dopo i primi sei mesi e di un altro 15 dopo il semestre successivo. Per pagare questo nuovo sussidio Fornero propone di introdurre un contributo uguale per tutti dell'1,3% sulla retribuzione lorda. Questo prelievo esiste già per l'industria ma per gli artigiani è dello 0,40% e per alcuni settori come i bar e ristoranti è dello 0,18%. Ora dovranno gradualmente adeguarsi verso l'alto. La riforma prevede anche una aliquota aggiuntiva dell'1,4% (portando il totale al 2,7%) per i lavoratori con contratto a tempo determinato, che verrebbe recuperata dall'azienda se poi il lavoratore è assunto a tempo indeterminato. L'Aspi entra in azione con gli stessi requisiti di oggi per l'indennità di disoccupazione: 2 anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio.

Via l'indennità di mobilità: Nel dossier c'è anche una tabellina che spiega come evolverà nel tempo questo nuovo ordine di tutele. Facciamo il caso di un lavoratore del Centro Nord di 55 anni e oltre che nel 2012 entra in mobilità con le attuali regole cioè fino a un massimo di tre anni. Nel 2013 scendono a 30 mesi, nel 2014 scendono a 24 (due anni) e dal 2015 (cioè a regime) entra in funzione il regime Aspi con il massimale di 18 mesi.

Il contributo di licenziamento: Anche questa è una novità, probabilmente proposta in vista della revisione dell'articolo 18 che dovrebbe rendere più facili i licenziamenti. Il «contributo di licenziamento» dovrà essere versato all'Inps «all'atto del licenziamento (solo per i rapporti a tempo indeterminato)» e sarà pari a mezza mensilità di indennità «per ogni 12 mensilità di anzianità aziendale negli ultimi 3 anni (compresi i periodi di lavoro a termine)». Si applica anche agli apprendisti. Il contributo di licenziamento sostituirà i contributi oggi versati dalle aziende per la disoccupazione e la mobilità.

Roberto Bagnoli Enrico Marro

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