lunedì 19 dicembre 2011

Ma quanto ridere!

Uno che straparla così, dovrebbe solo ritirarsi in uno ospizio e terminare lì i propri giorni, come un'ultraottantenne qualsiasi. Perchè c'è chi (lui) ad una certa età, non diventa affatto saggio, diventa schizofrenico, più stupido e più pericoloso.


(AGI) - Roma, 19 dic. - "Nel rinnovamento in corso dei Paesi della sponda Sud del Mediterraneo il nostro auspicio che l'Islam giochi e un ruolo aggregante e positivo". Lo sottolineato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale il Corpo diplomatico per gli auguri di fine anno. "La ventata del risveglio arabo ha colto tutti di sorpresa", ha detto il Capo dello Stato, "ne abbiamo tuttavia percepito subito l'impulso al rinnovamento e al progresso democratico. di qui le simpatie, l'incoraggiamento e l'attivo sostegno dell'Italia, dell'Europa e di molti Paesi".

"Nel Mediterraneo abbiamo assistito sia a cambiamenti traumatici che ad annunci e inizi di riforme", ha proseguito Napolitano calcando con la voce la parola "inizi". Ora "la prospettiva da perseguire non puo' che essere il rafforzamento delle istituzioni, la trasparenza democratica, governi rappresentativi e responsabili". Senza nascondersi che "il percorso e' accidentato e si presenta irto di passaggi difficili". Nonostante questo "abbiamo fiducia nella capacita' di Paesi e governi di affrontarli e superarli via via con coraggio. La storia europea e' tutt'altro che estranea a questa esperienza".


La crisi finanziaria "ha una portata destabilizzante di cui è difficile misurare i limiti" perché "investe le radici dell’Unione europea, minaccia la stabilità economica ed il benessere del mondo intero", secondo Giorgio Napolitano, che è fiducioso: "L’Italia fa, e, ne sono certo, farà la sua parte. Abbiamo la coscienza di avere individuato i passi essenziali da compiere per disinnescare una crisi che non nasce in Europa ma viene da lontano". Persino, il Capo dello Stato ne è convinto, da "ben oltre i confini dei 17 o dei 28". "Se per l’Europa la posta in gioco è altissima, le ricadute interessano il mondo intero", ha spiegato. Il presidente della Repubblica ha quindi ricordato come non si possa pensare che il Paese possa farcela senza l'Europa: "Il percorso per uscire dalla crisi è europeo e sovranazionale. Non ci sono scorciatoie nazionali", nonostante anche grazie alla difficile situazione finanziaria, l'Italia abbia "riscoperto una coscienza unitaria e nazionale che è sopravvissuta in passato a prove difficile e saprà vincere le sfide impegnative che ci stanno davanti". Concludendo quello che "è stato un anno di forti emozioni e perduranti apprensioni", il Capo dello Stato rilancia il Paese e l'Unione europea che "di fronte ad una crisi finanziaria senza precedenti nella decennale storia della moneta unica, ha dedicato intensamente le sue energie alla difficile ricerca della via del risanamento, della disciplina fiscale, del rilancio della competitività"

Per questo motivo, il monito del Colle si rivolge a chi vorrebbe una Ue a due velocità: "L’Europa rimane una. Immaginarne due o ancor più, significherebbe scivolare su un piano inclinato al fondo del quale non rimarrebbe alcuna Europa". Piuttosto, per Napolitano c'è bisogno di "un’Europa sempre più integrata", anche se "dal 2008 si è fatta impellente la necessità di un nuovo sistema di governance economica globale". Un sisema in cui non si potrebbe comunque rinunciare all’euro, che va difeso con "determinazione": "La stabilità dell’economia mondiale è strettamente legata alla tenuta della moneta unica"

Il Capo delo Stato ha parlato poi anche della Siria ricordando che "l’Italia appoggia le iniziative della Lega Araba e incoraggia l’azione del Consiglio di Sicurezza per far cessare le violenze contro la popolazione e disinnescare le tensioni che minacciano anche la stabilità dei paesi vicini". Parlando più in generale della Primavera araba, secondo Napolitano finora le reazioni dell’Europa "non sono state all’altezza del momento storico che questa parte del mondo sta vivendo". L’Unione europea, inoltre, "non può pensare di isolarsi dai fermenti di rinnovamento della regione, né di appaltarne la gestione ai soli paesi europei che si affacciano a Sud". E il presidente della Repubblica ha accennato anche alla morte di Vaclav Havel, "ispiratore protagonista, da Praga, di un risveglio democratico di coscienze e popoli che ha pacificamente unificato il nostro continente. Una scomparsa che ci richiama alle più alte ispirazioni e motivazioni del progetto europeo".

2 commenti:

samuela ha detto...

Una sòla sì la UE! Finalmente se ne è accorto anche lui.

Per quanto riguarda il PanMediterraneo, noto con piacere che come sempre per il vecchio l'Italia è da Roma in giù e neanche tutta. E l'ignorante ignora che non c'è UN paese del Mediterraneo che abbia la stessa storia dell'altro, così come non ci sono 100 km di penisola italica con storia del tutto comune. Protervio e rozzo -strumentalmente-con il proprio paese come non potrebbe esserlo con l'estero? Ma, no, tutto deve essere buttato nello stesso calderone in nome dell'omologazione. C'è fumo, molto fumo...

marshall ha detto...

Hai detto bene. Ma si vede che quello di storia ne ha studiata assai poca. Recentemente ho visitato gente ricoverata in case di cura per anziani, e penso che in quei posti "il nostro" starebbe in buona compagnia. Forse sarei diventato anch'io un pò buonista, ma dopo la "lezione" che mi fece Sarcastycon a proposito del cosiddetto islam moderato (e lui si che era un grande conoscitore di quei popoli!), ho voluto approfondirmi un pochino su quella religione, partendo dai tempi del suo fondatore in poi. Ne ho concluso che è meglio che loro se ne stiano a casa loro, con le loro regole, le loro idee, ecc.

p.s.
lo ripubblico sul mio blog in forma più corretta ed ampliata.