lunedì 8 agosto 2011

Al via l'islamizzazione milanese


Tante parrocchie e poi il Duomo. L’immagine che usa il direttore dell’Istituto culturale islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari, forse non a tutti sembrerà azzeccata, ma rende bene l’idea. Oggi a Palazzo Marino è convocato un incontro importante fra l’Amministrazione comunale, rappresentata dal vicesindaco Maria Grazia Guida, e le comunità islamiche milanesi. Un vertice in cui i centri islamici ripongono grandi aspettative, dopo le aperture che dalla giunta sono arrivate negli ultimi giorni, vistosamente presentate come una svolta rispetto agli anni del centrodestra. Per la giunta Moratti il Comune doveva mettere a disposizione dei musulmani alcuni spazi per pregare, il venerdì e nel mese di Ramadan, ma non agevolare la costruzione di luoghi di culto veri e propri, almeno fino alla definizione di regole nazionali, necessarie per le note implicazioni legate al tema della sicurezza: possibili infiltrazioni di estremisti e di predicatori d’odio.

L’impostazione della sinistra è diversa: si parte dal riconoscimento dei centri così come sono. Il programma elettorale di Giuliano Pisapia prevedeva apertamente «la realizzazione di un grande centro di cultura islamica che comprenda, oltre alla moschea, spazi di incontro e aggregazione». «Può essere - diceva - non solo l’esercizio di un diritto, ma anche una grande opportunità culturale per Milano». Quest’obiettivo è stato, se non corretto, quanto meno integrato: oggi la priorità è la sistemazione dei centri esistenti e l’avvio di un percorso che in futuro - diciamo da qui all’Expo - può portare alla costruzione di un grande luogo simbolico, la moschea di Milano. Il vicesindaco Maria Grazia Guida, parlando col Giornale, lo conferma, pur con molte cautele: «L’incontro è il primo passo di un percorso di dialogo e conoscenza. Terremo conto della esigenza di avere spazi territoriali dignitosi e sicuri». Ma anche «ascolteremo con attenzione, anche se non abbiamo avuto ancora proposte, il bisogno di luoghi più ampi che vanno costruiti in un disegno complessivo di dialogo con la città. Ora non è l’aspetto principale ma non c’è una pregiudiziale». Insomma la linea è chiara: sostenere i centri esistenti e la loro ambizione ad avere piccoli luoghi di preghiera regolari, mentre «da qui alla costruzione di un luogo unico c’è un percorso» da fare.

Esiste un problema, però, con cui l’attuale amministrazione non si è ancora scontrata: la difficoltà di avere un interlocutore unico in un mondo islamico cittadino che è variegato dal punto di vista etnico, ideologico e religioso. Per la Guida è il dialogo, anche interno, la parola-chiave: «Il dialogo - ripete - permette di fare le scelte giuste». Si tratta di «creare ponti e non muri o steccati - sottolinea - per condividere percorsi comuni nel rispetto delle diversità». «Siamo fiduciosi». Shaari ha pronta la carta a sorpresa da giocare oggi: un portavoce unico per «la gran parte» dei musulmani milanesi. Per il resto la linea ipotizzata - prima i piccoli centri e poi la moschea - la sottoscrive in pieno: «È la mia idea, prima sistemare i centri, con luoghi di culto al posto di quelli che abbiamo ora, e poi pensare alla moschea». «Pensiamo alle parrocchie che ora è più urgente - sintetizza - poi penseremo al Duomo».

Aggiornamento... poi, ma sarà vero che i musulmani "moderati" esistono sul serio?

Islam, Pisapia: luogo di culto in ogni quartiere. I musulmani moderati: "Noi esclusi dal dialogo"

Milano - Anche Milano avrà il suo minareto. La giunta guidata da Giuliano Pisapia preme l'acceleratore per risolvere entro un anno l'annoso problema dei luoghi di preghiera per le comunità musulmane. Il primo passo? La costruzioni di piccoli spazi di culto nei quartieri della città, per poi in futuro pensare a un’eventuale Grande Moschea. Sono queste le indicazioni uscite dal primo incontro tra l’amministrazione comunale e i rappresentanti delle comunità islamiche milanesi. Ma l'area più moderata dei musulmani attacca frontalmente Pisapia accusandolo di averli esclusi dal dialogo.

Pisapia aveva appena vinto i ballottaggi contro Letizia Moratti e il leader Sel Nichi Vendola era corso a Milano per arringare il popolo arancione: "Ora abbracciamo i fratelli rom e musulmani". Lo slogan subito disconosciuto dal neosindaco si è trasformata in una cruda realtà per il capoluogo lombardo. Mentre nel centro della città aumentano i nomadi che vivono abusivamente dove capita, la priorità della nuova giunta è la costruzione di nuovi luoghi di culto per i musulmani. "L’impegno della giunta è quello di creare luoghi di culto nei quartieri della città per uscire dalla modalità delle soluzioni tampone che non sono degne di una città come Milano", ha spiegato l’assessore al Benessere Chiara Bisconti che ha partecipato al tavolo insieme al vicesindaco Maria Grazia Guida e al collega alla Sicurezza Marco Granelli. "Il grande luogo di culto rimane comunque una priorità e c’è anche l’impegno affinché questo sia l’ultimo ramadan affrontato in emergenza" con i credenti riuniti sotto il tendone del Teatro Ciak. Le parole della Bisconti sono state confermate anche dal direttore del centro islamico di viale Jenner Abdel Hamid Shaari che ha sottolineato come ora "l’urgenza sia quella di trovare dei luoghi di preghiera nei quartieri per i diversi centri culturali e soltanto dopo, con calma, affrontare il tema di una Grande Moschea".

Un percorso che vedrà protagonisti i quartieri milanesi: Per quanto il vicesindaco assicura che vorraà coinvolgere nella scelta i residenti, Palazzo Marino vuole "uscire dall’impostazione radicale da scontro semplificato su 'moschea sì, moschea no'". Insomma, concertazione fino a un certo punto perché da qualche parte i luoghi di culti si dovranno pur fare. E su questo la nuova amministrazione vuole premere l'acceleratore per dare un netto segno di discontinuità con la passata giunta. Proprio per questo, il 14 settembre inizierà una mappatura della città per individuare gli spazi idonei ai centri culturali e di preghiera. "Un successo che aspettavamo da 20 anni", lo ha invece definito il direttore del centro islamico di viale Jenner Abdel Hamid Shaari. "Oggi, dopo vent'anni, abbiamo avuto la piena cittadinanza", ha aggiunto prima di concludere con una metafora per spiegare il progetto di creare prima piccoli luoghi di culto e poi una Grande Moschea in città: "Sistemiamo prima i centri culturali che già esistono, con luoghi di preghiera adatti. Insomma, prima pensiamo alle tante parrocchie nei quartieri, poi al Duomo".

"Pisapia e i suoi passano più tempo a incontrare rom e islamici che i milanesi delle periferie". La Lega Nord promette battaglia e assicura che lavorerà per fermare la giunta. Il capogruppo del Carroccio Matteo Salvini chiude, infatti, all’ipotedi di aprire una grande moschea. E assicura: "Una valanga di firme li fermerà". Non è solo la Lega ad attaccare Palazzo Marino, ma anche i musulmani moderati accusano Pisapia di averli esclusi dal confronto: "Apprendiamo con una certa inquietudine che a Milano vanno in scena incontri riservati fra associazioni non rappresentative della comunità islamica nazionale e istituzioni". I gruppi con cui si è confrontata la giunta non rappresentano l’islam italiano. La Consulta per l’Islam, istituita del Viminale, è infatti l’unico organo veramente ed efficacemente rappresentativo in cui i moderati si riconoscono. Il gruppo islamico, guidato da Gamal Bouchaib, si chiede "come può un esponente delle istituzioni, come il vicesindaco di Milano, che vorrebbe dialogare con tutti i musulmani, portare avanti trattative private con un gruppo piuttosto che con un altro?".

9 commenti:

Maria Luisa ha detto...

"Pensiamo alle parrocchie che ora è più urgente - sintetizza - poi penseremo al Duomo»."

nel senso che piano piano si reasformeranno le chiese in moschee e poi da ultimo si abbatterà la Madonnina ed il Duoo diverrà una moschea?.
Maria Luisa

Eleonora ha detto...

Ah, chiamare poi "parrocchie" i centri islamici... dove ci nascono i terroristi è pure dissacrante. Sono avvertimenti e frasi che suonano come minaccie vere e proprie.

abbatangelo ha detto...

L'Articolo è interessante,ben scritto pure se traspare la sua islamofobia e la precipita nel razzismo,serve rammentarle che l'estremismo islamico ha prodotto 150.000 vittime tra gli stessi mussulmani ,sono essi stessi vittime del fondamentalismo.
1.000.000 in Algeria !
Il suo seminare paura ed angoscia è desolante,triste,lo si capisce bene nei commenti,li è meno all'altezza del suo talento letterario e giornalistico.

Eleonora ha detto...

Gli articoli presenti in questo blog sono articoli presi dai quotidiani italiani, lei che viene qui a puntare il suo ditino del piffero, controlli meglio i titoli degli articoli e gli autori linkati.

Ora, vada a fare prediche altrove se non le piace ciò che trova in questo blog.

samuela ha detto...

A chi dice che "ben gli sta" vorrei ricordare 1. le moschee ad libitum purtroppo erano anche nei programmi del cdx, pecunia non olet 2. metà dei milanesi non ha votato Pisapia 3. Milano è tutta l'area intorno a Milano che non necessariamente vota per il nano pugliese bisunto e che si ritrova infestata della sua spazzatura, come non bastassero le colonizzazioni precedenti 4. il discorso "gli sta bene perchè votano sbagliato" è lo stesso che fece chi gioì delle alluvioni in Veneto
Detto questo, con immenso dolore vorrei tanto vedere del filo spinato dove compare il cartello tra Milano e Corsico. Previa fuoriuscita degli ultimi milanesi rimasti, ormai quasi tutti anziani e che non trovano a chi vendere casa, perchè nessuno le compra dove arriva l'arricchimento culturale e lo spazio fisico è sempre meno per tutti. Una trappola mortale.

Eleonora ha detto...

Samuela, che con questi qui, ci si arricchiscono tutti, ormai è un dato di fatto. In effetti io me la prendo più con i governi di centrodestra che hanno fatto peggio di quelli di centrosinistra in quanto ad... "accoglienza". Ora è una stupidaggine, ma io (da fumatrice) sto pagando le mie sigarette 10 centesimi in più per foraggiare tutte quelle orde di "profughi" che arrivano da culonia.

E chi vuoi che compri le case dove ci sono solo immigrati? Nessuno. Io e il mio compagno abbiamo rinunciato a comprare casa al centro storico (anche se c'erano parecchie agevolazioni per ristrutturare qualche tempo fa) proprio perchè di immigrati al centro storico ce n'erano troppi.

samuela ha detto...

Elly il problema è che noi un governo di centrodestra, ma pure senza centro, non l'abbiamo proprio visto. Quella cosa lì delle libertà (!?) non è neanche un partito. In altri Paesi avanzano veri movimenti pro-autoctoni, in Italia l'esistenza di Berlusconi con lo scatafascio di Fini lo sta impedendo.
Resta il fatto che la feccia di Pisapia la pagherà anche chi non ha votato per lui, nè dentro ma soprattutto fuori Milano. Una valanga di neri. Molto neri. Chiaramente semiti libici...

Eleonora ha detto...

Anzi, il governo che "dovrebbe" essere di destra o di centro-destra, sta diventando a tutti gli effetti un surrogato della sinistra. Anche in italia ci sarebbero i movimenti pro-autoctoni... ma sono troppo piccoli e troppo territoriali. E so anche che ci rimetteranno i milanesi che non hanno votato per pisapia, anzi, ci rimetteranno soprattutto loro.

Ora ti dico cosa ho visto io proprio stasera nella cittadina che credevo essere mia; sono uscita col mio compagno a fare una passeggiata, bhe, diciamo che buona parte dei miei concittadini sono in vacanza MA, tutti quelli che c'erano in giro o erano neri o erano magrebini. Tanti, troppi e a gruppi. Io e il mio compagno ci siamo guardati e ci siamo chiesti dove stavamo in effetti...

Eleonora ha detto...

E anche questo schifo lo paghiamo tutti indistintamente. Che mi sta pure bene se l'accoglienza senza se e senza ma la fa la politica disgraziata della sinistra cattocomunista. Ma che il centrodestra faccia peggio, o non faccia niente per arginare i problemi legati all'immigrazione selvaggia, no, proprio non mi sta bene. E intanto, le associazioni (a delinquere) benefiche, ci si riempiono le tasche.