giovedì 17 febbraio 2011

La soluzione? Rimpatriarli subito


LAMPEDUSA - Rischiano di passare alla storia come i tunisini che nessuno voleva i duemila migranti rimasti nel Centro accoglienza di Lampedusa e sempre più in fermento perché ogni giorno si rinvia il trasferimento in altre regioni. Monta una insidiosa agitazione, si temono proteste e si parla addirittura di uno sciopero della fame, mentre a gruppi vagano per il centro abitato rilanciandosi la voce raccolta via sms dai loro parenti in Tunisia, ma priva di conferme ufficiali, su un’operazione finalizzata al rimpatrio.

PAURA - È il loro terrore. «Meglio morire che tornare in Tunisia», dice Sofen, 26 anni, alla testa dei 115 che preferiscono dormire di fronte al campo sportivo. L’unico obiettivo è andare via dall’isola. E poi di trovare un sistema per raggiungere il Nord, soprattutto la Francia. Va comunque troppo a rilento la macchina dei trasferimenti che dovrebbe svuotare «un’isola al collasso», come la definisce il sindaco di Lampedusa Dino De Rubeis oggi a colloquio con il ministro Maroni. Da due giorni non partono i voli ogni volta annunciati. Annullati i quattro di martedì e due previsti mercoledì. Con una tensione crescente fra gli immigrati che entrano ed escono dal Centro accoglienza senza ostacoli.

TENSIONE - Girano per il paese, fra le stradine popolate e le ville disabitate, spesso familiarizzando con i ragazzi di Lampedusa. Come è accaduto mercoledì sera quando un centinaio di tunisini in corteo si sono aggregati ai giovani dell’associazione Askavusa, al ritmo dei jembèè, con balli e canti per dire «Tahia Roma, Tahia Italia, Viva Roma, Viva l'Italia». Agitavano anche un cartello con il simbolo dell’Unione europea, le dodici stelle. Eloquente la scritta: «11 stelle con la bocca cucita, solo una che brilla, l’Italia». Il tutto davanti alla chiesa di don Stefano Nastasi, il parroco sempre più preoccupato: «I rischi sono alti, per quanto la stragrande maggioranza dei lampedusani sia accogliente. E aumentano perché a fare qualcosa non è l’Italia, ma solo questa isola sfortunata».

SEGNALATI ALCUNI FURTI - Oltre la singolare incursione di sei tunisini che l’altra notte hanno sfondato la villa di Claudio Baglioni, dormendo fra letti e divani, dopo aver mangiato tonno sott’olio e bevuto ottimi vini, vengono segnalati piccoli furti, danneggiamenti alle case, una mini rapina per impossessarsi di un cellulare. Ci sono ragazzi che chiedono soldi ai passanti, altri che non riescono a cambiare i dinari. Tutti con l’esigenza di trovare una scheda telefonica, di mangiare un panino, di prendere un caffè. A dieci giorni dall’esodo che ha rovesciato sull’isola 5 mila migranti lasciandoli le prime notti all’addiaccio sul molo o nel campo sportivo, la lentezza dei trasferimenti ripresi a passo ridotto giovedì con la partenza di appena 70 tunisini in nave verso Porto Empedocle porta don Stefano a sospettare il peggio: «Temo pericolosi giochi esterni su Lampedusa. Questo continuo rinvio ci fa pensare che altri centri, altre regioni abbiano rifiutato di accogliere i tunisini. Ma Lampedusa non può sopportare questo peso da sola. Deve fare qualcosa tutto il Paese, e deve fare qualcosa l’Europa».

APPELLO - È lo stesso appello rilanciato da Laura Boldrini, portavoce dell’Acnur, l’alto commissariato delle Nazioni Unite, drastica nel quesito: «Perché ci sono regioni intere che non hanno voluto queste persone?». È materia di polemica politica. Anche all’interno della maggioranza, visto che uno dei pupilli di Berlusconi, Gianfranco Micciché, alla guida di Forza del Sud, non le manda a dire: «Il Sud sta dando, ancora una volta, prova di maturità e umanità: ciò che in fondo ci distingue dagli altri, che pensano sempre e solo a come sbarazzarsi di questi ‘appestati’...». È un modo per sollecitare Maroni: «Lo conosco bene, sono certo che continuerà a gestire la situazione al meglio, ma abbiamo bisogno che l’Ue faccia la sua parte».

GIALLO - Soffia quindi un brutto vento sull’isola dove non arrivano barconi da tre giorni. Ma resta il giallo di un peschereccio con 500 a bordo. Una voce lanciata mercoledì mattina. Vana ogni ricerca. La speranza è che sia rientrata verso costa, dalle parti di Zarzis. Ultima notizia che crea inquietudine è il primo risultato dell’inchiesta sui furti di eliche, timoni, radio, gps, gasolio a bordo dei barconi tunisini accatastati davanti al campo sportivo. Denunciate sette persone, compresi alcuni pescatori in lotta come tutta la categoria per il caro gasolio, pronti a reagire, a invocare attenzione concreta «senza essere scambiati per ladri».

Felice Cavallaro

4 commenti:

samuela ha detto...

Il Sud si mostrerà umano fino a quando non si ritroverà a prendere bastonate sulle sue donne e i suoi bambini, Rosarno docet. Poi prenderà gli ospiti a fucilate ma sarà sempre colpa della Lega e dei polentoni cattivi -che invece vengono indagati pure se scendono in piazza a protestare.
Intendiamoci, non ce l'ho con il Sud che si difende. Ce l'ho con il chiagniefotti di chi si vuole mostrare umano e quindi migliore dei rozzi nordici senza cuore-che saranno comunque i primi a sobbarcarsi le conseguenze tragiche dell'invasione- e poi frigna. La stragrande maggioranza delle forze dell'ordine è meridionale, se la prendessero con loro!
I lampedusani che hanno ragione sono quelli che non ne possono più, non quelli che con questi "ospiti" ci giocano a calcio.

Eleonora ha detto...

Nel frattempo, i poveri tunisini minacciano lo sciopero della fame perchè si vocifera del loro rimpatrio. Ecchissenefrega del loro sciopero. Ora hanno la democrazia nel loro paese, bene se ne tornino lì a fare ciò che devono che qui non si può ospitare proprio più nessuno.

Ti rimando al post sopra. Leggi anche i commenti al corriere della sera, sono interessanti.

samuela ha detto...

"Meglio la morte del rimpatrio" Chissà come mai e soprattutto, a noi cosa dovrebbe interessare?


Non ho ancora letto i commenti all'articolo odierno sul CdS ma ne ho letti qualche giorno fa...erano interessanti e in qualche misura sorprendenti...meno prevedibili di quanto avrei immaginato come anche quelli sull'articolo di Ostellino.

Chissà quanta gente che vota a sinistra non ne può più di un sacco di cose -compresi i propri eroi perfetti e scintillanti- ma non lo può dire...Forse ha ragione Veneziani, il bipolarismo all'italiana ha esasperato la nostra tipica isteria da derby perenne. Non ne avevamo bisogno, ora meno che mai, perchè questa è la cosa più seria di tutte e chi non capisce perchè dovrebbe desiderare la propria morte deve poterlo dire.

Kizzy ha detto...

Direi le solite cose... dico solo questa: Boldrini, ma vaff... và, prenditeli tutti a casa tua, str..!!